...E una farsa che continua...

Il futuro, inutile dirlo, è un posto pericoloso da frequentare, fittamente minato e con la tendenza ad azzannarti i polpacci a tradimento mentre ti ci inoltri. (J.G.Ballard)

Processo rimandato a data da definire. Con queste poche parole e senza ulteriori spiegazioni la corte delle assisi correzionali ha annullato la prima parte del processo per i fatti di HCAP-Losanna, previsto per giovedi 22 ottobre.

“Neanche il cane muove la coda per nulla…”, dicevamo, parlando delle stranezze di tutta la procedura (la lunga lista di denunce fatte a casaccio; il raid poliziesco all’alba nelle case dei denunciati; gli interrogatori ricattatori, spesso con pressioni e minacce; le esternazioni fantasiose del procuratore Respini e le intromissioni illegittime del consigliere di stato Gobbi) e delle tante “difficoltà” riscontrate durante l’indagine, “tra strani silenzi e mancate risposte”. E se “dopo quasi tre anni di attesa, ad agosto, sono piombate le richieste per procedere velocemente”, ora, altrettanto improvvisamente e senza motivazione alcuna, il processo viene rimandato e le richieste della difesa interamente respinte. Tra queste, l’acquisizione completa dei filmati delle telecamere di sicurezza fornite con evidenti tagli e manomissioni, la deposizione di ulteriori testimoni chiamati dalla difesa e l’acquisizione di informazioni relative al dispositivo di sicurezza della polizia cantonale.

“Strano no?” ci chiedevamo l’altra volta. E ce lo richiediamo oggi. Una situazione al limite del surreale che ben riflette il disastroso stato della giustizia in Ticino, impersonificata dal suo vertice onnipresente, sorta di sceriffo autoritario, che ha fatto dell’esclusione, della prevaricazione e dello stato di polizia il suo mantra territoriale.

Ricordiamo inoltre che, a poche settimane dal processo, ci siamo ritrovati con il nemico in casa, l’avvocato Brenno Canevascini, rappresentante legale HCAP e della Valascia Immobiliare, che chiedeva maldestramente e inopportunamente che la difesa collettiva venisse revocata. Richiesta che, nel preoccupante silenzio generale (del Brenno, dei media e soprattutto della società HCAP), veniva respinta dalla giudice Verda Chioccetti. In curva Sud diremmo: “bella lì zio, che figura di merda!”

Infine la comunicazione, secca e asciutta, del rinvio. I motivi di tale rinvio non ci sono particolarmente chiari, ma non possiamo che rifarci ai vari dubbi già espressi sull’agire di magistratura e vertice delle istituzioni, a cui a sto giro le busecche arderanno come fuoco d’inferno. Un agire dettato dalla volontà di punire severamente una delle ultime realtà di tifo organizzato in Ticino (i due anni di diffida comminati alla maggior parte delle 25 persone sono scaduti a settembre), quella sicuramente più combattiva e fastidiosa. Una sorta di vendetta - personale e ideologica - che sembra però (e non è la prima volta!) incepparsi tra irregolarità e incapacità palesi di imbastire un processo serio, in grado di stabilire le reali responsabilità permettendo finalmente di uscire dalla farsa costruita attorno a quella domenica.

Quello che ci chiediamo è a chi e in che modo giova la battuta d’arresto. È imputabile alla tempesta perfetta che si sta scatenando sulla magistratura o è la dimostrazione che chi deve temere il confronto davanti alla giudice non siamo noi?

Vedremo. Intanto quello che comunque notiamo è che la costruzione del nemico, l’isolamento del diverso, l’additamento accusatore di gruppi di persone, di provenienze, di pratiche, di vite, di credi come fonte di problemi da eliminare e reprimere, rimane una deriva sempre più consolidata di una certa tendenza reazionaria, di cui in Ticino troviamo vari esponenti. E tutto ciò nell’assordante silenzio di una fetta troppo grande del desolante panorama politico ticinese.

Noi non abbassiamo la guardia, apriamo occhi e orecchie e ricordiamo a chi ancora non l’avesse capito che… aqui no se rinde nadie.

Lunga vita alla Curva Sud e sempre forza l’Ambrì-Piotta!

Gioventù Biancoblu – Curva Sud - Ambrì