Tutto ha un limite, ora parliamo noi

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Una Curva invidiata in tutta la Svizzera che, agli occhi di questo gruppo dirigente, non vale 1'440.- CHF di multa (che avremmo pagato, come sempre fatto). Ed eccoci qui con l’ennesimo comunicato, infausto e temerario, attraverso il quale un CdA, che gode ormai di un consenso ai minimi storici, dopo settimane di silenzio, non trova di meglio da fare che sferrare un attacco frontale alla Curva Sud e una denuncia penale contro i propri tifosi. Riteniamo che questo CdA sia ampiamente giunto alla fine del suo mandato e ci aspettiamo quanto prima le dimissioni, in quanto, come sempre più dimostrato, nocivo e non all’altezza della gloriosa storia dell’HCAP e della sua gente.

Una mossa scellerata, che la dice lunga sulla lucidità attuale del gruppo dirigente. NOI, a differenza di altri, abbiamo sempre fatto autocritica e ci siamo SEMPRE assunti le nostre responsabilità. Proprio per questo, però, non ci aspettiamo più nulla da un presidente che, ai nostri occhi, anche dopo quella domenica pomeriggio contro il Losanna in cui abbiamo difeso le famiglie e la nostra pista ha scelto di rispondere con una denuncia; e che non si è mai pubblicamente detto pentito di aver guidato il packer col sorriso mentre veniva demolito il simbolo della Storia di questa squadra.

Questa volta, però, ci dispiace: non tollereremo né la gogna mediatica né la caccia alle streghe. Così come non accetteremo lezioni di morale sui valori biancoblu da parte di chi li sta calpestando, tra logiche societarie discutibili, vili pugnalate alla schiena a due figli dell’Ambrì e figure iconiche del club, giochi di luce e “americanate” varie durante le pause. E allora, adesso, parliamo noi:

Dal 1988 la Gioventù Biancoblu ha cercato di difendere con coerenza i valori che l’Ambrì incarna, ma se il ringraziamento per 37 anni di tifo ironico, goliardico, solidale e incondizionato è uno sputo di bile, allora no: non ci stiamo più. Ci siamo subito dimostrati aperti al dialogo, come abbiamo sempre fatto, per “lavare i panni sporchi in casa”, mostrando disponibilità a trovare soluzioni dopo l’accensione dei fumogeni a fine partita — un gesto nato per festeggiare i 20 anni di uno dei gruppi organizzati della Sud (una ricorrenza celebrata in questo modo in tutto il panorama ultras), ma dall’altra parte la risposta è stata il silenzio, dettato da motivi talmente assurdi, questa volta, che preferiamo non citare. Siamo certi che, grazie alla nostra sincerità, autocritica e disponibilità al confronto con il resto della tifoseria, non riuscirete nel vostro intento di spostare l’attenzione dalle dinamiche malate di questa gestione.

Per rispetto della nostra dignità, che non può essere calpestata, durante i 60’ resteremo in silenzio: abbiamo deciso un gesto forte di protesta, che speriamo venga compreso dalla maggior parte delle persone presenti. Solo in alcuni momenti della partita alzeremo la voce con cori mirati, per ricordare che il nostro amore per questi colori non è in discussione ma non può più essere dato per scontato. Chiediamo a tutti di rispettare la nostra decisione: se qualcuno volesse discuterne, lo invitiamo a farlo in maniera civile, guardandoci negli occhi e parlando da persone adulte. Il nostro obiettivo non è dividere la curva, ma al contrario mostrarci compatti di fronte all’ennesimo scivolone mediatico con cui il CdA ha denigrato i propri tifosi.

Più uniti che mai, sempre aperti al dialogo con chiunque la pensi diversamente. Un caro saluto dalla minoranza del tifo, quella che non incarna i “nuovi” valori biancoblu.

La minoranza non canta più, oggi il tifo fallo tu

Dal 1988, gli ultimi garanti degli antichi valori

CURVA SUD AMBRÌ-PIOTTA